mercoledì 10 febbraio 2016

Escher in mostra a Treviso


A Treviso nel Complesso di Santa Caterina fino al 3 aprile c'è una mostra dedicata ai lavori del noto artista olandese Escher  (1898-1972) che soggiornò per un lungo periodo anche nel sud d'Italia.
 L'esposizione mette in mostra oltre 200 fra i suoi capolavori più noti seguendo le tappe della ricerca che ha contraddistinto il lavoro dell'artista lungo l'arco della sua vita.
A partire dall'interesse per la "divisione regolare del piano" o tassellazione che consiste nel ricoprire un piano con un insieme di forme chiuse  senza sovrapporsi e senza lasciare spazi vuoti. Di solito le figure che vengono usate per le tassellazioni sono poligoni e altre forme regolari. Per far questo si ispirò alle maioliche del Palazzo trecentesco di Alhambra in Spagna . La sua ricerca lo portò pian piano a sostituire i poligoni regolari con raprresentazioni di animali come uccelli e pesci e altre forme ancora.
Un altro campo di ricerca che Escher ha esplorato è quello legato alla percezione visiva, rifacendosi alle teorie della Gestalt , e in particolare la percezione figura-sfondo.
Infine sperimentò la creazione di "oggetti impossibili" che si possono definire come costruzioni che ad una prima occhiata sembrano del tutto verosimili ma che ad una osservazione più attenta si rivelano del tutto irrealizzabili. Un esempio molto chiaro è dato dalla litografia dal titolo  belvedere  se si osservano con attenzione le colonne del primo piano dell'edificio.
Una mostra ,a mio partere, ben allestita e didatticamente valida per comprendere il percorso della ricerca di Escher.



sabato 30 gennaio 2016

Arte nelle dolomiti: S. Simon di Vallada

                                                             S. Simon di Vallada

Nel folto del bosco del Monte Celenton, nell' agordino, si erge  la piccola chiesa di S.Simon di Vallada, visitabile solo nella stagione estiva.
 La chiesa presente già nel VII sec. fu nei secoli più volte rimaneggiata nella sua struttura architettonica. E' nota tra l'altro perchè al suo interno si trova un ciclo di affreschi di Paris Bordon che rappresenta un complesso pittorico di grandissima importanza artistica, non solo per la Valle del Biois ma pure per l'arte della stessa Venezia, in quanto queste pitture rappresentano uno degli esempi più significativi del dipingere ad affresco nella Venezia nella prima metà del '500.
(martirio dei Santi Simone e GiudaTaddeo)
 
Gli studi effettuati sugli affreschi hanno rivelato la tecnica impiegata da Bordon.  Dapprima egli procedeva con la preparazione accurata dei disegni che venivano riprodotti sul cartone  che non sempre poi spolverara, preferendo disegnare qualche figura direttamente sull'intonaco lavando o applicando qualche mano di bianco di calce sui "ripensamenti". Sempre il bianco di calce era steso sull'intonaco preparato quale fondo. Su questa preparazione bianca, data sopra l'intonaco fresco, disegnava la figurazione con la terra rossa, quindi con terra nera chiaroscurava completamente le varie forme. Preparava le "carni" con terra verde, terra gialla e bianco. Dopo un po' di tempo, non appena il colore si fissava sulla calce, procedeva rapidamente e con fare largo a distendere la velatura e  le varie campiture di colore, cosicchè il chiaroscuro sottostante traspariva modellando le forme.