Nel primo Rinascimento a Venezia i pittori usavano ancora la tradizionale tecnica pittorica della tempera a uovo. Questa tecnica consentiva al pittore di dare alle forme un carattere netto che ricordava la solidità e la staticità della scultura.
Verso il 1460 Giovanni Bellini aveva cercato di trovare un mezzo espressivo più malleabile e capace di dare alle superfici un carattere più morbido e naturale. Studiando le tavole importate dei pittori delle Fiandre, aveva potuto constatare come la pittura ad olio permetteva una raffinatezza estrema di passaggi tonali e di profondità del colore rispetto alla tempera.
Si è potuto dimostrare che già nell'Incoronazione della Vergine del 1473-76 aveva usato questa tecnica.
Ma fu con l'avvento a Venezia di Antonello da Messsina fra il 1475-76 che la pittura veneziana adottò definitivamente la pittura ad olio.
Antonello da Messina infatti aveva acquisito una grande padronanza della pittura ad olio grazie anche ai contatti con i più famosi pittori fiamminghi dell'epoca.
Antonello da Messina infatti aveva acquisito una grande padronanza della pittura ad olio grazie anche ai contatti con i più famosi pittori fiamminghi dell'epoca.
G. Bellini, Incoronazione della Vergine
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