Leggendo alcune pagine sulla vita di Van Gogh si comprende che al giovane Vincent le prospettive non apparivano affatto chiare. Da una parte la famiglia che pensava ad offrire al giovane una posizione rispettabile nella società, dall'altra le naturali inclinazioni di Vincent che mal sopportava di vivere secondo quanto i genitori avevano stabilito per lui.
Per alcuni anni ha un impiego presso la casa d'arte Goupil, dove viene in contatto diretto e stabile con la pittura e con il disegno e può accedere a un gran numero di riproduzioni e fotografie delle opere contemporanee e del passato. Poi per un breve periodo è insegnante presso una scuola privata a Londra. In seguito, per coltivare le sue aspirazioni mistiche, studia per essere ammesso alla facoltà di teologia all'Università di Amsterdam. Ma il suo desiderio è praticare il Vangelo vivendolo giorno per giorno fra i più poveri. E' nel Borinage, regione carbonifera del Belgio, che cerca di mettere in pratica gli insegnamenti evangelici sottoponendosi ad una vita di stenti e povertà assoluta.
E' solo agli inizi del 1880, a ventisette anni, che si fa strada in lui la scelta della pittura.
Spiega la ragione della sua scelta in una lettera al fratello Theo:
"All'epoca dell'impiego alla Goupil facevo tanta violenza a me stesso ed ero talmente oppresso dal pregiudizio di non essere affatto un pittore che, perfino quando ebbi lasciato la Goupil, non mi dedicai all'arte, ma mi dedicai ad altre cose (il che fu un secondo errore in aggiunta al primo): allora mi sentivo scoraggiato perchè i timidissimi approcci rivolti ad alcuni pittori non vennero neppure notati"
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